Madre di Dio


Così: “Madre di Dio”, chiamarono per la prima volta Maria a Efeso nel 431. L’accordo su quel titolo paradossale fu accolto da un’esplosione di festa, soprattutto dalle donne di quell’importante città di mare.
Gli eventi della storia hanno sempre molto da insegnare. Quattrocento anni dopo Gesù, la comunità dei discepoli ormai riconosciuta in tutto il mondo non aveva ancora trovato le parole giuste per chiarire ogni ambiguità a proposito di chi fosse veramente l’iniziatore del cristianesimo. Mancava chiarezza e non c’era pace. Le parole precise furono trovate vent’anni dopo ma il passo decisivo fu compiuto quando si partì dalla madre. La maternità divenne la chiave per entrare nel mistero dell’uomo di Nazareth.
La gente di allora si sentiva intimamente toccata dalle discussioni religiose perché vi leggeva la chiave interpretativa dell’esperienza umana. In tempi di confusione e di perdita di passione è necessaria un’operazione simile: ritrovare il legame madre e bambino come il legame di tutti i legami, come la relazione attraverso il quale si diventa umani.

Il ritrovamento della generazione è la strada per ritrovare l’umano. Nella maternità c’è un segreto che le donne conoscono e gli uomini devono imparare. C’è un mistero della vita che conosce esclusivamente la donna. L’uomo lo può sapere solo ascoltandolo dal loro racconto.
Nel corpo sessuato, iscritto nell’identificazione personale dell’”uomo” come maschile e femminile, la relazione madre e bambino è costitutiva.
Secondo la sapienza antica (Gen. 1-3) quando l’uomo e la donna non s’intendono più, è tutta la natura che è colpita, vanno male anche le coltivazioni. Quando donna e uomo non sono più insieme e in parità al timone della storia, non c’è argine alla distruzione delle guerre. Se s’incrina l’intesa, è un attimo passare dalla forza alla prepotenza, dal desiderio alla seduzione, dalla seduzione al dominio. Il rapporto uomo e donna decide il mondo. Ciò che avviene in quella relazione segna il destino dei popoli e dei paesaggi naturali.
Viceversa, frequentando la donna s’imparerà inimicizia tra il corpo sessuato e il delirio d’onnipotenza (il serpente in Gen. 3,15).
La pace e la nonviolenza, nell’augurio di questo primo gennaio 2023, hanno il loro fondamento nell’alleanza generativa della donna e dell’uomo.

 




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