Mali comuni, beni comuni
Nel 1654 sindaco e consiglieri comunali, in unione e sintonia con la comunità parrocchiale, al seguito di un’intensa predicazione quaresimale, fecero un voto, uno speciale affidamento a Maria della città e delle campagne di Poirino. Il paese attraversava un momento drammatico. Il documento storico, conservato nell’archivio comunale descrive così la motivazione che spinse la città verso la Patrona e Protettrice, la Vergine del Rosario: il fatto di “trovarsi per le continue guerre ridotte in tante calamità e travagli, anzi all’ultimo delle miserie dalle quali si sa di sicuro, non potersi sollevare senza particolare aiuto di Dio”. Per affrontare in solidarietà il problema dell’indigenza dei più poveri nasceva, in quegli anni, nel 1660 la Confraternita dello Spirito Santo, associazione pubblica di fedeli “per l’esercizio delle opere di carità”.
Questa intensa invocazione dell’intercessione di Maria ritorna ogni anno nel mese di ottobre. La Chiesa, infatti, è convinta che al posto singolare che Maria ha avuto nella storia della salvezza, corrisponda un culto singolare per Lei.
La devozione verso la Beata Vergine ha sempre avuto una grande efficacia popolare ed esercita anche oggi una forza rinnovatrice del costume cristiano. Maria, infatti, è il modello e l’impulso dell'atteggiamento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i misteri di Dio. Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende. Ne è un esempio importante la pratica, molto diffusa a livello popolare, del santo Rosario
La collaborazione tra Comune e Parrocchia che portò a formulare il voto di affidamento a Maria è un modello di come i mali comuni possono diventare impegno per il bene comune. Così i poirinesi si risollevarono dalla miseria e dalle calamità.
Anche questi nostri giorni sono segnati da diffusi mali comuni: dall’avanzare della pandemia alle alluvioni, dall’incertezza economica al diffondersi della povertà. La soluzione è ancora la collaborazione sincera tra società e civile e comunità credente per il servizio dei cittadini, secondo la metafora evangelica della cura della vigna. Nello svolgimento di questo compito – ci dice Isaia – il Signore si aspetta giustizia e rettitudine. La collaborazione per il bene comune è affidata da Paolo a un criterio semplice e preciso: tutto quello che è vero, nobile, giusto, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che è genuinamente umano è anche cristiano e ciò che è autenticamente cristiano è anche umano.
Il vangelo poi si spinge coraggiosamente oltre. Come è capitato a Gesù, avvengono nella società situazioni in cui le persone sono considerate e trattate come “scarto”, non solo in condizione di povertà ma anche di disprezzo.
La condizione di scarto, liberata e portata nella solidarietà, può diventare la “levatrice di una nuova storia”. Dallo scarto può nascere una cultura coraggiosa, tesa a una giustizia e solidarietà verso tutti, comprendendo la stessa natura. Può svilupparsi una coscienza sociale contro l'apatia e l'indifferenza, capace di spingersi in avanti, come progetto e profezia.
Chi segue Gesù cerca non solo di farsi carico della vulnerabilità, ma di trasformare il mondo identificandosi nella debolezza, percorrendo la strada del s Rosario: l’umiliazione, la morte e l’esaltazione del Figlio di Dio. L’ideale evangelico è alto e sorpassa ampiamente la mera assistenza. Secondo l’indicazione e l’esempio di Gesù, infatti, si tratta di “fare degli scarti una meraviglia” (Mt 21,42). Accogliere una persona ferita è un atto di fede nella risurrezione: quella persona è amata da Dio in modo unico e particolare, perché identificabile a Gesù sulla croce, che il Padre ha liberato dalla morte nella risurrezione. Il corpo rifiutato, accolto e curato, è sempre annuncio della Pasqua. Nei corpi, nelle menti e nei cuori che soffrono la condizione sociale dell’abbandono, è possibile entrare nel mistero di Cristo fino ad accogliere la sublimità dell’amore divino, di cui quello umano è riflesso e conseguenza Facendo dei vulnerabili una meraviglia si rende evidente che quel povero è importante per noi ed essenziale per il futuro dell’umanità.