Quale autorità?
Condannato a morte come sovversivo, Gesù ha sempre rispettato le autorità. Non ha mai incitato la ribellione, a chiesto di dare a Cesare ciò che è di Cesare. I suoi discepoli non sono mai caduti nell’errore dell’insubordinazione o nell’illusione dell’anarchia. Sono stati da subito fedeli all’Impero che li perseguitava. Ma non si piegarono mai al culto dell’imperatore, a costo della morte: la riverenza si dà solo a Dio.
L’autorità è un servizio indispensabile per l’educazione famigliare, scolastica, civile. Senza autorità tutto si guasta e si dissolve. L'autorita é ciò che fa crescere. Tuttavia. l'autorita è un riferimento su cui sempre vigilare ed esercitare discernimento e, se necessario, critica, come fa Gesù con alcuni farisei e scribi che ricercavano gli onori, dimenticando i loro doveri, e imponevano agli altri pesanti fardelli che essi stessi non volevano toccare neppure con un dito. Queste guide spirituali si presentavano come i continuatori di Mosè, difendevano il suo insegnamento, ma il loro comportamento era in contraddizione. “Dicono e non fanno” è la sua disapprovazione. Gesù muove loro due critiche: l’incoerenza e l’ostentazione. È molto facile l’abuso del potere. In famiglia come nella società l’autori attà è l’atteggiamento di chi è di più verso chi è di meno. Il “di più” si riferisce al ruolo non alla persona. Per questo afferma ”voi siete tutti fratelli” e “Il più grande tra voi sia vostro servo”. La testimonianza è precisamente la qualità della persona che emerge dal ruolo che esercita.
È sempre stata diffusa la corruzione. Il profeta Malachia ricorda con forza che la missione dei sacerdoti consiste a far riconoscere da tutti la gloria del "Signore degli eserciti". Se vengono meno a questo dovere, sono un'occasione di rovina per molti. In questo caso, Dio non accetta il loro culto. L’esperienza di oggi ci esposti quotidianamente a prove sempre nuove di una corruzione profonda e diffusa a livello economico e politico.
Che cosa si può fare? Perché c’è sempre qualcuno che approfitta del potere?
Al fascino distorto del potere contribuiamo tutti quando aduliamo coloro che contano, ammiriamo e invidiamo chi sta al potere. Gesù corregge innanzitutto questo grave errore
"Guardatevi dall'adularli, dando loro dei titoli che appartengono solo a Dio. Aiutateli a comportarsi da veri servitori, come dovete essere voi tutti gli uni verso gli altri". L’enfasi è sull’espressione «uno solo è il vostro…», ripetuta tre volte. La tentazione del potere è di mettersi al posto di Dio. Su questa possibilità il popolo cristiano è chiamato alla vigilanza.
L’autorità non deve attirare l’attenzione su di sé ma su ciò che è giusto, su quell’ordine che trova il Dio il suo fondamento assoluto. Riconoscere che Dio è l’unico Signore, che Gesù è l’unico Maestro e che tutti sono fratelli sono le categorie fondamentali della comunità evangelica. Sono anche la garanzia della società giusta e della liberazione dall’invidia e dall’adulazione.