La festa dei popoli
Oggi per i cristiani è una grande festa, festa dei popoli.
Le origini di questa solennità risale ai primi tempi della Chiesa e ha in S. Paolo il primo convinto sostenitore.
Gesù era un ebreo, nato e vissuto sempre e solo nella terra della Palestina; così anche i primi discepoli, gli apostoli, erano ebrei.
Quando iniziò l'esperienza cristiana, il messaggio di Gesù cominciò a essere diffuso in tutto il mondo di allora. Come ci raccontano gli Atti degli apostoli, ci sono state anche delle discussioni accese fra gli apostoli. Essi si domandavano: « Gesù è venuto solo per gli ebrei oppure il suo messaggio non può essere legato ad un popolo ma supera titti confini?».
Il più convinto che la parola di Gesù non doveva rimanere chiusa ma dovesse raggiungere tutto il mondo, era S. Paolo. Lo dice nella Lettera, con molto entusiasmo: «Questo mistero è stato rivelato agli apostoli e ai profeti per mezzo dello Spirito, che i gentili, cioè tutte le persone, i pagani, quelli che non sono ebrei, sono chiamati in Gesù a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della stessa promessa”.
Questeparole stupirono tutti i credenti. Possono ancora stupire noi.
Gesù e il Vangelo non hanno confini, la sua parola è per tutti, così come la Chiesa non ha confini. La Chiesa non guarda le differenze tra popoli e culture.
Tutti sono ugualmente amati da Dio, amati allo stesso modo. per il semplice fatto di esistere, di essere donne o uomini. E l’amore di Dio è Gesù: è una persona, è un messaggio offerto a tutti senza alcuna distinzione. Sentirsi tutti amati da Dio è la più grande festa!
Questa festa è ben rappresentata, nel racconto del vangelo, ricco di particolari simbolici.
Protagonisti sono alcuni personaggi, i Magi che arrivano dall’ Oriente, cioè da terre altre, non ebree. Essi si mettono in viaggio perché vedono sorgere una stella. Questa stella li guida e suscita in loro una grande felicità: « Al vedere la stella provarono una grandissima gioia ».
Seguendo il Vangelo, potremmo dire che la stella rappresenta tutto ciò che di bello, di vero, di giusto le culture, i popoli, gli individui vivono; tutto ciò che essi percepiscono come importante, ciò per cui vale la pena lasciare ogni cosa per mettersi in ricerca.
Tutti gli uomini coltivano dei sogni: il desiderio di qualcosa di bello, di vero e di autentico. Anche il delinquente più incallito porta comunque dentro di sé il desiderio di qualcuno che gli voglia bene, che gli faccia del bene. Ogni desiderio autentico e intimo è un segno del richiamo di Dio!
Ogni volta che una persona lascia il suo mondo, i suoi pregiudizi e la ristrettezza della sua esperienza per mettersi alla ricerca di ciò che è bello, vero e giusto, va alla ricerca di Dio.
La stella conduce fino a Betlemma, a Gesù.
Perché c’è bisogno di Gesù, perché questa stella arriva fino a lui?
Perché noi portiamo nel cuore il desiderio del vero e del bello, ma non ne abbiamo nessuna certezza. Non sappiamo se ai nostri sogni, ai nostri desideri, corrisponda qualcosa di reale.
Quante volte, infatti, di fronte alle cose che vediamo, che ci capita di vivere, abbiamo l’impressione o viviamo il dubbio che non esista in realtà nulla di bello, di giusto, di autenticamente e totalmente buono. Facciamo continuamente l’esperienza del limite: cose che appaiono belle, sembrano verr ma poi tramontano.
Poi c'è la morte, lo scacco che ci appare totale e definitivo.
Se le cose belle, le cose grandi che abbiamo vissuto, ad un certo punto ci vengono sottratte, tramontano. Le persone care lasciano, i legami si sciolgono...
Tutto si rivela provvisorio, incerto, fallace.
Chi ci darà la sicurezza che al nostro sogno, al nostro desideriocorrispondea una risposta ?
La stella non è sufficiente a garantirci il compimento di quel sogno che ha rallegrato il cuore e mosso il passo della ricerca!
La stella guida a ulteriore ricerca. Quella stella si posa su Gesù.
Solo in Gesù, morto e risorto, nella sua umanità e nella sua divinità (vero significato della solennità dell'Epifania, che significa "manifestazione") vi è certezza della consistenza del vero e del bello. Solo in Lui possiamo avere sicurezza che ai nostri sogni corrisponde una risposta.
Sono questi i due grandi motivi della festa di oggi. Esiste, nella vita, una stella per ogni essere umano, un desiderio, un sogno che vale la pena di rincorrere perché per questo siamo nati, per questo Dio ci ha creati: perché ognuno di noi incontri la sua stella, cioè la sua felicità. In Gesù (secondo motivo) ci è donata la garanzia che quella stella è vera, che la felicità esiste, anche se non apprtiene in pienezza a questa terra. La felicità esiste perché Gesù ci ha liberati dalla morte, perché c’è qualcosa d’altro oltre la morte, perchè siamo liberati dalla tristezza di una vita senza senso. Questi grandi motivi di gioia rendono i cristiani persone libere e aperte, nella mente e nel cuore; capaci di andare incontro a tutti, di cercare con tutti, senza distinzione, ciò che è bene e ciò che è vero. Il cristianesimo non è una setta, il cristianesimo è un lievito di fraternità che supera ogni divisioni.
Grande motivo di gioia è la nostra fede! Noi crediamo in Gesù e nella liberazione che ha portato nella nostra vita: l'apertura delle mente e del cuore.