Vivere rinascendo
Si viene al mondo da un atto d’amore. Si nasce desiderati, aspettati, voluti.
Si può anche nascere dalla violenza o dall’inganno, dall’ignoranza o dall’incoscienza. Sempre tuttavia (almeno per ora) la nascita scaturisce da un atto dell’uomo e della donna, dall’incrocio dei loro corpi. Da quest’incontro può svilupparsi una vita, carne dalla loro carne, eppure persona nuova, totalmente determinata eppure potenzialmente libera. Non abbiamo parole per esprimere questa meraviglia, quest’incontenibile emozione. Non è possibile neppure rimanere muti.
Di questo atto, mettere al mondo un figlio, occorre imparare parole, le meno adeguate e trovare gesti e riti che ne esprimano la qualità umana. L’inizio contiene tutto lo svolgimento, l’origine illumina e tratteggia il compimento. Questo difficile lavoro della mente e questa dedizione dell’anima gettano una nuova luce sulla verità profonda di ogni altro atto umano che si sviluppa da quell’origine.
Nascita e morte, aurora e tramonto sono i momenti del processo vitale più carichi di promesse. La correlazione tra nascita e identità richiede oggi una riflessione esplicita su tutti gli aspetti della vita umana. Viviamo tempi inquieti e confusi, dove a volte la vita pare non trovare direzioni né giustificazioni e l’esistenza non solo di individui ma anche di intere masse e popoli, appare senza valore, travolta nella dimenticanza, nella mancanza di cura, nell’abbandono.
Sappiamo che non basta la descrizione della scienza. Per comprendere l’origine ci vuole anche un altro sapere. Ci vogliono parole che illuminino il senso dell’esistenza delle cose stesse, che fissino un ordine. Una domanda s’impone sempre più, prioritaria sugli stessi interrogativi che riguardano l’identità del singoli o dei popoli: “In che cosa consiste l’umano?”.
Senza questa risposta la vita si svuota di senso e il mondo diventa inabitato. Questa ricerca del trascendente, questo desiderio di trovare il fondo più intimo di se stessi, di “scoprire ciò che si era quando ancora non si era qualcosa” (M. Zambrano) è come una secondo nascita. C’è una nascita biologica e una nascita all’umano. Una prima nascita, senza partecipazione del nuovo nato (alla vita), esige una seconda (all’umano) che richiede la sua collaborazione.
Nella nascita si affaccia quindi una trascendenza che genera all'umano. La generazione umana è così l’esperienza attraverso la quale si rende chiaro il senso di tutta la vita.
La rivoluzione scientifica e tecnologica in atto sta ridisegnando il mondo. Anche la generazione ne è travolta. Le esperienze elementari e fondanti della vita hanno smesso di essere ovvie. La questione della vita ha assunto una rilevanza pubblica e politica inedita. La nascita è diventata oggetto di un interesse diffuso e interdisciplinare: medico, demografico, genetico, bioetico, biotecnologico. È sorta anche una “biopolitica” come governo del diritto alla gestione del corpo. A uno sguardo più profondo, tuttavia, l’umano rimane ancora intatto.
Donne e uomini continuano a innamorarsi come da sempre fanno. Ancora sognano e promettono l’amore unico e per sempre. L’infanzia è ancora l’età mitica dell’inizio e dell’origine. Poche immagini si fissano indelebili come i ricordi infantili e, consapevolmente o meno, danno forma alla visione del mondo. Il ricordo dell’infanzia custodisce, oggi come sempre, il programma della vita, la vocazione personale da riprendere e portare a compimento. Il senso dell’agire, però, è dato dalla cultura, e questo oggi rende più difficile e ardua la fatica della crescita. Viviamo immersi in relazioni umane molteplici e parziali. La società complessa tende a suddividersi in sottosistemi, istituzioni, ambiti di vita autoreferenziali, con proprie funzioni e codici: l’economia, la politica, l’informazione, la cultura… Tra questi, in genere, la famiglia non trova posto perché gli affetti e i legami primari sono considerati mondi privati. Nella società ipermoderna le persone vivono appartenenze plurali e desiderano maggiore libertà di scelta, si sentono svincolati dalle promesse “per sempre”. La complessità sociale richiede tuttavia agli individui pesanti responsabilità, che solo personalità ben formate possono affrontare con successo. Più le società aumentano la loro complessità, più i legami familiari diventano decisivi per il destino sociale dell’individuo e per la qualità della sua vita. Lo sviluppo umano (e religioso) delle promesse contenute nella nascita dipendono essenzialmente dai primissimi anni di vita, cioè dal vissuto familiare. Ai rapporti familiari, infatti, è affidato il compito, non realizzabile da altre istituzioni, di rendere gli individui persone: soggetti unici, originali, validi per sé, indipendentemente dai loro aggettivi (cioè dalle loro caratteristiche, dalla loro utilità). Paradossalmente proprio l’individualismo e l’utilitarismo, modelli di vita imperanti della società dell’efficienza, fanno crescere la nostalgia di famiglia, mentre ne distruggono le basi. In una società che diventa sempre più artificiale e lontana a causa dello sviluppo tecnologico, che tende a non prendersi più cura delle persone a causa di una competizione sempre più estesa, nella famiglia sono riposte grandi aspettative di comprensione reciproca, di amore, di intimità. La famiglia è rimasta l’unica istituzione a rivolgersi alla totalità della persona: in senso pieno, non sostituibile da altri gruppi ed esperienze. Entrare nel mistero della generazione umana è l’avventura straordinaria dei nuovi genitori. Cercare le parole che ne aiutino la comprensione è una fatica che sarà generosamente ricompensata. Si scoprirà il valore della vita, evocato fin dal titolo: “Vivere, rinascendo”.
Il segreto della vita sta nella sua origine. La sua fortuna rinascere ogni giorno.
È questa la speranza che non scoraggia: una sete di trascendenza, un’umana insoddisfazione in cerca del divino.
“Vivere rinascendo”. È la regola della natura: sulla terra nulla si crea né si distrugge, tutto si rigenera. Il chicco di grano e si decompone per rinascere, gli acini sono frantumati per diventare vino, le olive sono spremute e macerate per formare l’olio.
“Vivere rinascendo” è dunque la regola della vita tutta.
Dura solo ciò che ricomincia ogni giorno.
Vivere rinascendo è anche il nucleo vitale di goni impresa sociale che nasce da un'esperienza fondativa e si rinnova attraverso lo sviluppo del suo centro generatore, conciliando fedeltà e innovazione. Scopri questo nucleo vitale nella storia di Terra Mia e offri anche il tuo contributo. Un'impresa sociale non può che essere un commons collaborativo!
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