La compagnia degli umili
Perché questa attenzione di Gesù? Perché questa vedova ha molto da insegnare.
Ma non sono gli scribi che insegnano? La vedova insegna a fare attenzione agli scribi.
Questa donna insegna a distinguere nettamente la vanagloria dalla gloria.
Vanagloria è un’apparenza che non ha consistenza e quindi finisce nella vergogna.
Oggi la vanagloria gode di grande favore: è una strada facile, accessibile a tutti. L’ostentazione instaura una frattura tra bellezza ed essere. Non conta ciò che è ma solo quello che appare. Vale ciò che cattura l’attenzione, risveglia le pulsioni, stimola il piacere. Più facile l’abbaglio che la bellezza, la propaganda che la verità.
L’apparenza si basa sull’ammirazione; costringe a entrare nella dinamica infernale dell’invidia.
Gesù, attraverso questa donna, insegna un altro criterio. Dov’è la gloria? Non guardare in alto, cercala in basso. Dov’è la persona bella? Guarda il crocefisso. “A Lui tutte le gente volgeranno lo sguardo”. Sul legno è appesa una pergamena, scritta in tutte le lingue: un linguaggio universale. Nella croce c’è la bellezza perché lì c’è la verità sul mondo e sull’umano. Bella è la persona che ama. È l’amore donato e ricevuto che rende belli. Sono vero quando divento pane e vino per gli altri.
La vanagloria invece deturpa ogni cosa. Per tutta la vita bisogna combatterla.
Alcune scelte di vita ci possono aiutare:
Non pensarsi mai “buoni”, considerarsi sempre solo umili servitori (del vero, del buono, del bello).
Tenersi lontani dalla chiacchiera, non ammirare l’esteriorità; non lasciarsi incantare dall’apparenza; pesare le parole.
Amare la compagnia degli umili, dei piccoli, degli ultimi...