Come il seme nel campo
Il Natale è preparato da Giovanni il Battista, che Gesù chiama «il più grande profeta».
Il linguaggio e il modo di parlare di questo profeta è molto duro: è una parola forte, tagliente. Anche il suo modo di vivere è esageratamente povero, provocatorio: porta un vestito di peli di cammello, si ciba di cavallette e miele selvatico.
Giovanni vive nel deserto; è la gente che lo va a cercare, quei pochi che ammettono sinceramente la loro colpa e vogliono cambiare vita.
Gesù sarà sempre ammirato da questa grande figura di profeta; tuttavia Gesù non si comporterà come lui, non andrà nel deserto a predicare e non si vestirà di peli di cammello. Amerà stare con la gente, percorrere le strade e le piazze, accetterà inviti a entrare nelle case, a fermarsi a mangiare insieme con coloro che lo invitavano.
La parola di Gesù, eccetto poche occasioni, non è forte, non è dura come quella di Giovanni.
Quello che Gesù vuole annunciare non è tanto l’ira imminente ma l’amore del Padre: di un padre che va a cercare, e che ama infinitamente i suoi figli, li chiama e li aspetta.
Quando si troverà di fronte all’adultera, Gesù la tratterà con molta delicatezza: «Nessuno ti ha condannata e neanch’io ti condanno. Va’ e d’ora in poi non peccare più ». Egli parla di misericordia e non di ira e di vendetta.
Perché questo cambiamento, perché Gesù si comporta in maniera diversa da Giovanni il Battista?
Lo dice il Vangelo: «Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me; Egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Gesù è venuto a portare un Dono, che non si può “meritare” ma soltanto accogliere.
La speranza non consiste nei nostri mezzi, nella nostre risorse e nemmeno nel nostro impegno. Viene unicamente da un dono.
Tuttavia per arrivare al Natale è necessario passare attraverso Giovanni il Battista. Anche se non siamo noi a salvarci, è necessario prepararsi con un cambiamento totale del modo di vivere, come insegnava Giovanni il Battista. È un dono, non ha prezzo, ma ha le sue condizioni. Lo sa l’agricoltore che semina il grano. Come possa maturare una spiga da un piccolo chicco, non lo sa. È un dono. Sa bene però che se non prepara il terreno e non lo concima il seme si perderà.