Via d'uscita
Il Natale cristiano annuncia una bella notizia per i poveri. Ne sono loro infatti i protagonisti.
Oggi i confini della povertà si sono molto dilatati. Comprendono quelli di sempre: chi ha perso tutto, chi non ha di che vivere, chi è toccato nel corpo per la malattia o la disabilità.
Abbiamo però due povertà che il mondo antico ignorava e che noi invece avvertiamo con una drammaticità sempre maggiore.
Ci sentiamo poveri nella nostra psiche e nella nostra anima. Portiamo con maggiore fatica il peso della vita, ci sentiamo più fragili di fronte alle avversità, ci ritroviamo meno affidabili nella nostre promesse. Abbiamo inventato una nuova definizione di noi stessi: siamo vulnerabili: attaccati e vinti più facilmente. Abbiamo più cose, maggiori conoscenze e opportunità, ma siamo più soli. Senza legami solidi siamo più esposti alla paura. Impauriti diventiamo più aggressivi nei pensieri, nelle parole e nel comportamenti. Ci rassegniamo più facilmente alle atrocità quotidiane.
Straordinariamente attuali le parole di Isaia proclamate oggi nelle chiese: le nostre mani si sono fatte fiacche, le ginocchia vacillanti, il cuore smarrito. Sentiamo il bisogno di parole affidabili: "Coraggio! Non avere paura”.
Questa nostra nuova povertà è collegata a un’altra perdita, dalla cui angoscia le generazioni precedenti erano risparmiate: la ferita della natura. Il grido dei poveri si unisce oggi al grido della terra. Stiamo trasferendo sulla natura la vulnerabilità che ci tormenta. La nostra aggressività diventa sfruttamento e devastazione; l’egoismo inquinamento dei beni comuni essenziali come l’aria, l’acqua, il cibo; l’incapacità di accogliere distruzione della biodiversità. Si attualizzano ancora le parole del profeta: la desertificazione avanza, la terra inaridisce nella cementificazione, il terreno si riduce a sterile steppa.
Non serve scandalizzarsi, avverte Gesù. C’è una via d’uscita e tutti possono fare qualcosa sia per contrastare la vulnerabilità che ci rende inaffidabili, sia per arrestare l’inquinamento che rende l’aria irrespirabile: scegliere la compagnia dei poveri. Ascoltare il grido della vita umana ferita ci rende attenti al grido della natura. Il fiore di narciso riprenderà a spuntare quando “lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia” (Is 35,1 - 6.8.10).
INVITO...
Il sito terramiaonlus.org sta prendendo una forma più completa.
Tra qualche giorno il lavoro sarà ultimato. Il primo obiettivo è già realizzabile subito: costruire una rete reale, una vera community di chi condivide il nostro programma e intende contribuire alla sua realizzazione.
Vi invito quindi a entrare nella essione COMMUNITY e a dare la propria adesione.
E' un sito dinamico,scritto in web2, tutto predisposto quindi per la partecipazionee la condivisione.