Fedeli a Dio, fedeli alla terra
Il luogo dell’incontro con Dio è la quotidianità con le sue gioie e le sue durezze. Le aree vitali, significative dove cogliere i “segni dei tempi” e le tracce della vocazione cristiana, si raccolgono attorno alle esperienze umane essenziali che caratterizzano la vita adulta: l’affettività, il lavoro e la festa, la socialità, la fragilità della vita. “Chi è fedele nelle cose piccole, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose piccole, è ingiusto anche nelle grandi”. La vita quotidiana è piccola cosa in confronto alla pienezza del Regno, all’infinito di Dio. Questa fedeltà tuttavia è l’unica strada per incontrare Lui. Non si cammina verticalmente verso Dio, ma solo orizzontalmente (S. Weil)
La quotidianità è il campo dove si nasconde il tesoro del Regno, secondo la convinzione che da sempre condividono i cristiani che, cioè, la “storia è gravida di Cristo” (S. Agostino).
Un percorso adatto per maturare nella fede, una metodologia (metà odon: la strada sicura) formativa adatta per una spiritualità orientata alla vita e alla mentalità di fede può essere individuata nella revisione di vita. Questo metodo, sostenendo l’interiorizzazione e la personalizzazione degli avvenimenti, promuove la capacità di discernimento, la coerenza dei comportamenti, la ricerca della vocazione, aspetti che il fluire troppo rapido dei vissuti e delle emozioni tende ad indebolire. La RdV orienta a una mentalità di fede più matura e responsabile, in sintonia con quanto il concilio si attendeva dall’intera comunità dei credenti:
"La dissociazione, che si costata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana, va annoverata tra i più gravi errori del nostro tempo" (GS 43).
Il terreno vitale della RdV è la spiritualità del laicato maturo nella fede e testimone nel mondo. I tre verbi della RdV: vedere, giudicare, agire diventano nel documento pastorale del Concilio i tre passi della metodologia suggerita insistentemente dalla Gaudium ed Spes:
- partire dalla vita concreta delle persone e dalla cultura che esse vivono (“assumere”),
- considerarne i valori e le contraddizioni alla luce della Parola (“purificare”),
- migliorare concretamente la realtà in cui si vive (“elevare” GS n. 4,11, 34).
La pratica della RdV, cura la formazione dell’attitudine di fede a lasciarsi interpellare dai fatti della vita, ad interpretare e giudicare i segni del tempi, ispirandosi al criterio evangelico della doppia fedeltà, perché non è possibile perseguire le “cose ultime” se non si è fedeli e corretti nelle “cose penultime” (Lc. 16, 9-13). Nella catechesi dei giovani la sequenza didattica del metodo può comportare altri passaggi essenziali come partire dalla vita - Incontrare la Parola - Celebrare - Tornare alla vita. Comune invece è l’invito a raccontare la propria esperienza più che a discutere idee astratte, a confidare i propri stati d’animo, sentimenti, attese, domande, a condividere le preoccupazioni personali e motivarsi all’azione e alla preghiera. È la semplificazione della pratica della fede tanto auspicata da papa Francesco.