Natale 2017
Gioia per tutto il popolo, annuncia la liturgia natalizia. Questo ci attendiamo: parole che ci facciano bene, il calore dell’affetto e dell’amicizia, un sollievo alla pesantezza della vita. Il Natale, infatti, richiama speranze e sogni essenziali per la nostra vita: amare e sentirci amati, venire alla vita accolti dal calore di una madre e di un padre, la felicità e la sicurezza. Forse le tante esteriorità di questa festa sono come un estremo tentativo di riaffermare attese e valori, sempre più rari e artificiali. Nella liturgia c’è molto di più: il Natale è la rivelazione di un mistero, di un’azione che Dio compie nel tempo per introdurci nell’eterno. L’incarnazione del Figlio di Dio e la sua umile nascita a Betlemme, non è pura commemorazione di un fatto accaduto, ma un evento che avviene ora, ci tocca dentro, ci trasforma. Il cristianesimo è una storia d’amore, un avvenimento di trasformazione, ben di più di parole di incoraggiamento alla pace e all’amore. Un misterioso scambio di doni, annuncia la liturgia: “la nostra debolezza è assunta dal Verbo, l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne”. Condividiamo la sua vita immortale!
Gesù, fin dal suo Natale, ci fa conoscere il Padre. Conoscendo Lui possiamo comprendere chi è il vero Dio e riconosciamo, nello stesso tempo noi stessi, la profondità del nostro bisogno.
Il Natale ci libera, infatti, dalle false immagini di Dio proiezioni delle nostre paure e spazza via i falsi idoli che c’ingannano.
In questo bambino che nasce a Betlemme, abita corporalmente la pienezza della divinità.
Sono due le menzogne su Dio di questo nostro tempo, dalle quali ci libera il Natale di Gesù. La prima pensa a dio come a un potente sovrano e non come un bambino, indifeso, venuto per tutti. Viviamo in un mondo in cui nel nome di questo falso dio si compiono crimini orrendi contro l’umanità, si semina il terrore e si combattono guerre. La seconda, ugualmente distruttiva, si ferma al corpo e non crede che esso sia segno di Dio.
Il nostro mondo identifica il suo dio nelle cose concrete, soprattutto nel denaro che rappresenta, nel modo più pratico, il potere: fare quello che voglio, pensare a me, realizzare il mio piacere, tanto non esiste che il mio corpo.
La prima menzogna getta le nazioni nel terrore e le nostre strade nell’insicurezza; la seconda distrugge la famiglia, sfilaccia i legami, rende tutto relativo.
Il falso dio è un inganno destinato a creare sofferenza e rovina. Lo dicono in questi giorni tanti fatti della cronaca: di chi non ha scrupoli a perseguire il suo interesse, di chi se ne infischia degli altri. Forse il fatto più inquietante sono le nuove difficoltà, la crescente estraneità tra genitori e figli.
Siamo più soli, siamo meno capaci a volerci bene.
Il mistero della “santissima notte” (la chiama così la liturgia) della nascita di Gesù, ha il suo centro nella Pasqua. Nasce l’Agnello che sarà immolato sulla croce. È notte di luce come la gloria della notte di Pasqua. Non si trova posto per lui nella locanda, non si trova sepoltura per lui. A Betlemme in un rifugio di fortuna, con i pastori, a Gerusalemme tra due ladroni. Maria alla nascita, Maria alla morte; fasce del presepe, bende del sepolcro; mangiatoia nella grotta, sepolcro nella roccia. Un angelo alla nascita e alla risurrezione. Pace alla nascita, pace dono pasquale.
È bello a Natale ritrovare lo stupore del mistero di questo avvenimento e viverlo strettamente unito alla vittoria di Gesù sulla morte.
Gustarlo ammirati per capire quale trasformazione può operare in noi. Fare Natale significa aprirsi alla conoscenza del vero Dio. Significa quindi meditare e cantare la verità della fede: “Dio si è fatto come noi, per farci come lui!”. Possiamo crederlo con una forza e una convinzione tali che questa fede diventa la nostra vita, per noi e per il mondo.