"Non temete gli uomini”


Il Vangelo contesta i valori contrari alla giustizia e all’amore. Esso espone fatalmente all'avversione e persino alla persecuzione. Fare il bene è una missione pericolosa. In un mondo avido e perverso il giusto è un estraneo e disturba. Con decisione Gesù incoraggia i suoi: "Non temete gli uomini”. Il suo messaggio disarma ogni violenza: “Non resistere al malvagio”, “Porgi l’altra guancia”. Basta la dignità di persone libere (perché figli nel Figlio): “Non abbiate paura, voi valete”.
Gesù ha sperimentato continuamente l'opposizione del suo popolo e spesso anche l'incomprensione dei suoi. La sua pace però è stata inamovibile. Nei discorsi d’addio dell’ultima cena questa medesima pace è partecipata ai discepoli. Quel momento era drammatica, prossimo era il tradimento, vicinissima la morte cruenta. Eppure Gesù è gioioso: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Non è una serenità facile, provvisoria, mondana: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”. Di questo dono c’è un segno distintivo: libera dal turbamento, scaccia la paura: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14,27). Prova della fede è la liberazione dalla paura e dal turbamento.
La forza di questa gioia è contagiosa: “Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti” (Rom 12,18). Instaura la fiducia ma anche la supera.
La fiducia, infatti, è un bene fragile e rischioso che ha sempre bisogno di prove e può essere persa d’improvviso. La speranza, invece, è sicura e inamovibile, è “fiducia nella fiducia”, il suo orizzonte trascendente. La fiducia suggerisce al bambino di dire alla mamma: “Se tu mi stai vicino, io non ho più paura”; la speranza non pone condizioni: “Qualunque cosa mi possa accadere, io so di essere al sicuro”. La base di questa speranza non può che essere religiosa; i riti che la celebrano e la producono sono la preghiera e l’invocazione.
La sicurezza della vita viene dall’affetto: il primato dell’amore, il valore unico della persona, lo scambio della tenerezza, il piacere della tavola… Questi doni eccellenti però non sono mai dati in forma pura. L’amore materno potrebbe rivelarsi possessivo, le sue preoccupazioni di cura eccessive, il suo affetto invasivo. Altre volte, i legami potrebbero essere insufficienti, discontinui, insicuri.
Nella misteriosa sicurezza della fede la fiducia è totale perché è Amore. Nessuna notte può più fare paura: “Mio Dio, non mi accordare nulla, anche se imploro, l’amore che ho per Te non ha bisogno di speranza” (Teresa di Gesù).

 




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