Dare ciò che non si ha
La fede è un dono che può solo essere ricevuto, senza merito né calcolo. Il credente riconosce che la fede appartiene a Dio solo.
Trasmettere la fede è in assoluto “dare ciò che non si ha”. Il dono della fede esprime il massimo della gratuità. L’atteggiamento umano più proprio, infatti, è l’adorazione: portare la mano alla bocca (“ad os”) e tacere. Chi sosta in adorazione scopre che tutto è dono, tutto è grazia. Si sta davanti a Dio come il fiore ai raggi del sole. La pianta si nutre di luce: attraverso le foglie la luce del sole la raggiunge fin dalle sue radici e la riveste di bellezza e di profumo.
Pietro va oltre la folla ed esprime con assoluta chiarezza la messianità e la filiazione divina di Gesù. Matteo si premura di annotare che la fede di Pietro non viene da «sangue e carne», ma dal Padre. È dono. È solo la luce che viene da Dio che è in grado di far comprendere il mistero profondo di Gesù. Sorprendentemente, però, anche la fede di Pietro non è ancora completa, come appare chiaramente nel seguito del brano. Dire che Gesù è Figlio di Dio è ancora tutto. Può anche dare adito a equivoci. È la croce, l’affidamento totale a Dio, che toglie ogni possibilità di errore. È per questo che Gesù «ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo».
Il dono della fede instaura però un legame incorruttibile: la vita eterna. In Cristo trova piena risposta il desiderio di eterno che traspare in ogni esperienza umana. Accettando la vita eterna, infatti, il cristiano prende una decisione, carica di conseguenze per sé e per l’umanità: fare “risuscitare” la terra, anticipare nell’oggi della storia l’avvento del Regno. L’umano si mette in azione, in virtù di qualcosa che è più-che-umano. Il presente è trasfigurato nella prospettiva, che già si è messa in moto, di un “oltre-mondo”. Il potere di aprire e chiudere, indicato dalla metafora delle chiavi, è il modo che la chiesa di Dio, fondata sulla roccia di Pietro, ha di portare la speranza nel mondo. Effettivamente quelle chiavi Pietro le userà di lì a poco, aprendo la chiesa ai pagani, trasformando la comunità cristiana ebraica in chiesa universale, cattolica. Sono dunque tre le metafore usate da Gesù: la roccia, le chiavi, il legare e lo sciogliere. Pietro è la roccia che tiene stabile la costruzione. Svolge un servizio di autorità, rappresentata dalle chiavi. Può proibire e permettere, separare e congiungere. Tuttavia solo Cristo, è il vero Signore della Chiesa.