Un bicchiere di acqua fresca
Il Vangelo è una raccolta da parte dei discepoli, a distanza di tempo, di fatti e parole pronunciate da Gesù. La gente stava ora ad ascoltare il Maestro e fissava nella memora, indelebili, le frasi sintetiche che riassumevano gli insegnamenti che più colpivano per la loro novità e verità. Il vangelo di questa domenica ne riporta alcune. Solo appena dei frammenti come echi di lunghi ascolti, incantati dalla capacità di Gesù di parlare alla gente.
Tocca a noi da questi schegge di luce riandare alla loro sorgente.
- Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me... l’amore verso Gesù non è totalizzante né possessivo. All’opposto crea le condizioni della libertà. Le relazioni a due (genitori figli, donna uomo) sono sempre tentate di inglobare l’altro. Ci vuole un terzo polo per mantenere l’equilibrio. La mamma può rivolgersi al figlio ribelle e dirgli “dai, fallo per tua mamma che ti vuole così bene”. Nasce così il ricatto affettivo, si sviluppa la possessività. Ci vuole un terzo: “non farlo per me, fallo perché è giusto!”. Questo terzo è la giustizia Dio, garante della nostra libertà.
- chi non prende la sua croce... non è degno di me... Qui croce non indica la pesantezza della vita ma l’umiliazione estrema, del vivere nudi fino all’ultimo respiro, davanti agli altri. Condanna inventata dai romani e capitata a Gesù! Prendere la croce significa imparare dalle inevitabili umiliazioni della vita a diventare umili, che è la condizioni per estirpare la radice perversa di ogni peccato che è l’arroganza. È la seconda condizione per vivere secondo il Regno di Dio.
- Chi accoglie voi accoglie me... Non si può accogliere nella casa di un altro ma solo nella propria. Per rimanere umani bisogna possedere qualcosa. Solo così si può condividere. La terza condizione è quindi la responsabilità: se hai qualcosa è per poterlo donare: Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
- Chi accoglie un profeta come profeta... Gesù si pone sulla scia dei profeti. Nella sinagoga di Nazareth lo dice espressamente: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura (del profeta Isaia) , che voi udite». Il profeta è persona totalmente immersa nella storia di un popolo, partecipe delle sue vicende, eppure capace di andare oltre. Non si piega alla rassegnazione. Anche nelle situazioni più drammatiche coltiva il sogno di Dio. Come? Il lupo abiterà con l'agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà...(Is 11,6). È vero, il leone continuerà a sbranare le sue vittime e non ci ciberà di erba. Ma il sogno è inamovibile. Al sogno di Dio si risponde Amen: “Che sia così! Quanto vorrei che fosse così”. È l’intensità del desiderio che trasforma la vita. I verbi della fede sono al congiuntivo: “Così sia, venga il tuo Regno...” come la stella polare che guida il navigatore, come il sogno di M. L. King che ha dato una svolta, testimonianza di fede nel sogno di Dio.
Gesù era un poeta. La gente non si stancava di ascoltarlo, commossi e incantati.
- Chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca... Siamo tutti sommergi e stremati dai problemi della vita, nostri e del mondo. Ci sentiamo impotenti, schiacciati. Spesso quello che sentiamo di poter dare è solo un bicchiere d’acqua. La poesia operosa della fede in Gesù aggiunge l’aggettivo “fresca” che fa la differenza.