La forza delle parole
Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". La semplificazione della religione è radicale. Semplice e potente, perché le parole d’amore sono performative: non descrivono, fanno. Diversamente l’amore non solo non c’è più ma si rovescia nel suo opposto: la delusione, la frustrazione. L’amore esige potenza, chiede il coraggio di Gesù. Davanti al rischio, non fugge ma lo affronta con la massima determinazione: “si diresse decisamente verso Gerusalemme”. Sulla strada che percorre verso il luogo in cui si compiranno i giorni in cui “sarebbe stato tolto dal mondo”, Gesù incontra alcune situazioni che evidenziano il contrasto tra lo stile evangelico e il compromesso mondano. Sono quattro quadri di vita quotidiana in cui l’amore perde il suo “sale”, la sua forza e diventa “amore infelice”.
L’amore è infelice quando è di parte, non include ma discrimina. Ragionano così i samaritani che non accettano la libertà di Gesù. Giacomo e Giovanni in realtà non sono da meno. Si augurano un castigo esemplare. Non è questa però l’intenzione del maestro: il giusto non si impone con la forza; ha in sé la sua potenza. Occorre pazienza (“non mollare”) e fiducia (“non condannare”): Gesù si voltò e li rimproverò.
L’amore è infelice quando è ingenuo: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù consiglia innanzitutto consapevolezza: “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo". Molte nostre dichiarazioni d’amore sono semplicemente comiche: troppo lontane dalla realtà, dichiarazioni di intenzioni subito tradite. L’amore è la faccenda più seria della vita: le leggerezza delle parole possono aprire tragedie.
L’amore è infelice quando è calcolatore: “concedimi di andare prima a seppellire mio padre". Il Vangelo invece è radicale, come lo è la gratuita del dono. Non sopporta il “do ut des”. È fine assoluto, non mezzo per ottenere vantaggi.
L’amore è infelice quando è pauroso: "Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". Se le difficoltà ti scoraggiano è perché non hai fiducia nella Grazia; se il lavoro ti sembra sempre sproporzionato è perché non hai ancora sperimentato la forza che hanno le parole piene, le uniche che si addicano a Dio.